Visita il Parco Nazionale dell’Aspromonte, selvaggia area protetta della Calabria. Scopri i luoghi più belli, itinerari e dove soggiornare.
Ambiente e Territorio
Visto dall’alto, l’area del Parco Nazionale dell’Aspromonte si presenta come un immensa piramide allungata dalla quale scendono, specialmente nel versante sud e sud-est, numerosi impetuosi torrenti stretti da pareti rocciose, che prendono il nome di fiumare. Fiumara Amendolea, Fiumara di Melito, Fiumara La Verde, ecc. I monti pur non essendo molto elevati – il più alto, Montalto 1955 metri – hanno un aspetto aspro che a tratti ricoperti da fitte foreste si alternano aree spoglie o con vegetazione rada, incise da canali e valli incassate.
A zone con molta vegetazione si alternano terreni accidentati e rocciosi. Una buona parte del Parco Nazionale dell’Aspromonte è costituita da rocce metamorfiche, con alcune parti granitiche e altre di tipo sedimentario. Alla cima più alta seguono cime minori ma che comunque raggiungono una certa quota come ad esempio Monte Basilico (1738 m), Monte Scorda (1572 m), Monte Antenna (1426 m). Da esse si possono ben vedere l’Etna e le Isole Eolie.
Cosa Vedere nel Parco Nazionale dell’Aspromonte
In tempi storici i boschi sono stati sempre oggetto di sfruttamento per vari scopi e l’Aspromonte non è stato esente da tali sfruttamenti ma nonostante questo è un’area dove i boschi sono presenti per circa 40.000 ettari ed è ricchissima di natura tanto da indurre le autorità a istituire il parco nazionale. I boschi si sa, sono importanti, specie in montagna dove hanno lo specifico compito di trattenere l’acqua e non farla scivolare subito a valle creando frane e smottamenti. Parlando sempre di natura del Parco Nazionale dell’Aspromonte è interessante visitare il lago Rumia e il lago Costantino dal quale – nelle vicinanze di Gambarie e della Valle di Bonamico – si possono ammirare suggestivi panorami. Sopra l’abitato di San Luca, nella Vallata delle Grandi Pietre vi sono dei monoliti che emergono dalle leccete dette appunto Pietra Castello, Pietra Lunga, Pietra Cappa, ecc.
Anche i Piani di Zervò e di Zomaro meritano una visita. Le numerose stradine che si inerpicano lungo le pendici danno la possibilità di raggiungere i tanti paesi che si trovano nell’area e immergersi subito nella natura lasciando l’auto negli appositi spazi ed esplorando i dintorni sempre con molta attenzione per non rischiare di perdersi proprio là dove la vegetazione è più fitta o mancano punti di riferimento. Aree in cui per decine di chilometri non ci sono abitazioni. In tal modo si può osservare da vicino la ricca natura che ospita questo parco dovuta alla varietà di ambienti che si alternano, come abbiamo visto, in tutta l’area.
La Flora
L’Aspromonte trovandosi a cavallo tra il Tirreno a nord-ovest e lo Jonio a sud-est ha permesso l’instaurarsi di condizioni climatiche particolari che hanno dato vita a un assetto vegetazionale di un certo interesse. I boschi costituiti da Faggio, Abete bianco, Leccio, Castagno e Pino nero laricio e specie tipiche della macchia mediterranea come l’Oleandro. Tra le altre specie presenti nel parco, abbiamo la Salvia incisa, la Silene calabrese, il Ranuncolo rupestre dell’Aspromonte, l’Eliantemo color zafferano e la rara Felce bulbifera. Un altro aspetto che caratterizza le popolazioni vegetali è la loro dislocazione alle varie quote che vanno dal livello del mare alle cime dei monti così man mano che si sale la vegetazione cambia d’aspetto. Per scoprire molti dei segreti che custodisce l’Aspromonte soprattutto dal punto di vista architettonico, storico e culturale in genere si consiglia di percorrere le numerose stradine che si inerpicano lungo le pendici del massiccio.
La Fauna
La fitta vegetazione del Parco Nazionale dell’Aspromonte spiccatamente, e per la gran parte, di tipo mediterraneo, favorisce la presenza di specie animali di notevole interesse come il Gufo reale, l’Astore, il Lupo, il Falco pellegrino, alle quali si aggiungono l’Istrice, roditore erbivoro; la Martora, l’Aspide, l’Assiolo e il piccolo roditore Dromio. Un cenno a parte merita la rarissima Aquila del Bonelli che costruisce il nido sui contrafforti rocciosi e nei canyon nelle vicinanze di ampie zone di campagna e ambienti costieri.
Gli Itinerari del Parco
Da Reggio Calabria a Roghudi
Dei tanti itinerari ne consigliamo due da fare parte in auto e parte a piedi, il primo con partenza da Reggio di Calabria e il secondo da Scilla. A Reggio di Calabria, prima di iniziare l’itinerario, merita una visita il Museo Nazionale ricchissimo di reperti archeologici con i famosi Bronzi di Riace e il Castello Aragonese, la settecentesca chiesa degli Ottimati e il Duomo. Andando verso sud, superato il paese di Saline Ioniche, si prende a sinistra per Pentadattilo, un paese abbandonato per le continue frane e proprio il nome deriva dalla singolare struttura geologica, un gruppo di case strette tenute da una gigantesca mano a “cinque dita”. Ritornati sulla statale, si prosegue verso est fino a incontrare il bivio con la strada che sale ad Amendolea, la si imbocca e lungo il percorso si può osservare sulla destra la Fiumara omonima, un letto ghiaioso e asciutto per la gran parte dell’anno.
Giunti al paese si consiglia di proseguire a piedi per arrivare al Castello di Amendolea che domina la parte alta della fiumara. Di nuovo si ritorna sulla statale e all’altezza di Bova Marina si prende a sinistra per Bova, paese posto a 800 metri, un tempo abitata da ellenici, ha mantenuto la cultura di quel paese ed è interessante visitare il centro storico con il Castello dell’XI secolo.
Proseguendo ancora verso nord, sulla sinistra si può osservare la parte alta della Fiumara di Amendolea, fino ad arrivare a Rocca del Drago dove si possono vedere due curiose strutture geologiche. La prima è un agglomerato di strana forma eroso dalle intemperie e il secondo le vicine “caldaie del latte”, sette piccoli agglomerati di forma sferica. Un interessante sito è quello di Roghudi, piccolo paese anche questo abbandonato posto su una crestina rocciosa, raggiungibile proseguendo a piedi dopo aver parcheggiato al termine della strada asfaltata nei pressi di Rocca del Drago, pendici del Monte Lesti.
Da Scilla al Santuario di Polsi
Prima di iniziare il secondo percorso è raccomandata una visita al borgo antico di Scilla con il castello medievale, il simpatico quartiere Chianalea e la chiesa dell’Immacolata con il monastero. La strada porta su a Gambarie, dov’è la sede del parco, e da dove partono numerosi sentieri tra i quali il più interessante è quello che porta a Puntone Scirocco, Monte Basilico, al caratteristico e famoso Santuario di Polsi e infine alla cima di Montalto a quota 1955 metri la cima più alta del Parco nazionale dell’Aspromonte.
Informazioni Turistiche
Ente Gestore: Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte
Via Aurora, 1 – Gambarie – 89057 Santo Stefano Aspromonte (RC)
Telefono +39 0965.74.30.60
Sito Web: www.parconazionaleaspromonte.it